Luci ed Ombre del mio Amore
Parte III - fine
 
 

 
André era stato per tutta la serata in compagnia di Alain e dei suoi amici. Era un tipo davvero strano Alain: gli piaceva far baldoria con i suoi compagni ma non era rozzo come loro, anche il suo cognome sembrava essere “diverso” da quello degli altri: De Soisson, un cognome di origine nobiliare.
Si era divertito quella sera; almeno per qualche ora era riuscito a non pensare ad Oscar. Sulla via del ritorno, però, aveva sentito un grande freddo nel cuore.  Stava per perdere anche l’occhio destro e così non l’avrebbe più potuta vedere. Aveva urlato, un grido sordo, crudo; aveva urlato contro tutto e tutti, contro il mondo, contro il destino che gli si presentava dinanzi.
   Tornato a palazzo era andato subito nelle cucine. Si era seduto sulla prima sedia che aveva visto, incrociando le braccia sul tavolo per rilassarsi e per far riposare un po’ la testa, intontita ancora dall’alcool.

 Oscar arrivò infine nella stanza. Mentre si avvicinava al tavolo le luci delle candele illuminarono una figura, indistinta all’inizio, ma che pian piano divenne più nitida.
   “André…!!!” gridò Oscar sorpresa.
   “Oscar!!! Cosa ci fai qui a quest’ora…? E’ tardi, perché non sei a letto?."
   Oscar in quel momento avrebbe voluto scomparire o diventare piccina piccina. La luce delle candele, per sua fortuna, illuminava solo una parte del corpo, e quindi ciò che poteva essere “esposto” ad occhi indiscreti era celato.
   “I… io… non riesco a dormire e sono scesa per prepararmi qualcosa”.
   “… capisco…”.
   “Tu piuttosto, dove sei stato?” disse riprendendo un tono di voce il più tranquillo possibile.
   André la guardò con aria interrogativa: da quanto in qua Oscar voleva sapere dove era stato?
   “Sono stato in un’osteria…”.
   “In un’osteria… e immagino che ti sarai divertito parecchio, vero?” disse con quella sua ironia tagliente.
   “Cosa intendi dire” disse André più confuso che mai.
   “Niente…” disse lei con aria da finto menefreghismo.
   Andrè non ne poteva più: ma perché stava dicendo questo? Perché lo stava trattando così? Che cosa le aveva fatto?
   In un moto d’ira si alzò come un fulmine dalla sedia e la prese per le spalle:
   “Tu non sai cosa sto passando in questo momento!!” le urlò.
   Oscar si spaventò per il gesto improvviso di André e così le cadde dalle mani il candelabro. Le candele si spensero. La stanza era tornata nel suo più cupo buio. Le mani si André erano ancora poggiate sulle sue spalle. Una cameriera, sentendo il rumore provocato dalla caduta del candelabro, si alzò in vestaglia e con una candela si affacciò alle cucine. Andrè strinse in una morsa la vita di Oscar e le mise una mano davanti la bocca per impedirle di fare rumore.
   Oscar era sconvolta: cosa stava succedendo ad André? Forse aveva bevuto troppo, sicuramente, ma non era una buona ragione per fare quello che stava facendo.
   La cameriera se ne andò.
   Andrè tolse la mano dal viso di Oscar e con un gesto delicato le scostò i capelli; avvicinò le sue labbra all’orecchio e disse:
   “Scusami Oscar, non volevo spaventarti”.
   Poi, prese a baciarla sul collo. Oscar era confusa. Si sentiva immensamente bene in quello stato, tra le sue braccia: avrebbe voluto che continuasse per sempre, che non smettesse mai ma poi, poi improvvisamente si liberò dalla morsa di André:
   “Non posso… scusami… André…” la voce roca dal pianto.
   Lasciò subito la stanza. André rimase da solo, al buio.
   “Oscar… scusami, scusami se sono stato così stupido. E’ stato l’effetto dell’alcol, credimi, a farmi reagire in questo modo. Oscar… adesso mi odierai, lo so, ma io sono soltanto un uomo infelice, si Oscar, un uomo infelice che vive insieme alla donna che ama senza però poterle dire “Ti amo”. Vorrei tornar bambino per riuscire a starti accanto ancora, e ancora, come un’ombra. Io… io… so che però un giorno riuscirò a stringerti senza essere rifiutato, so che un giorno ti dirò “Ti amo” senza rischiare di perderti; e finché quel momento non arriverà, io ti starò sempre accanto Oscar, si, aspetterò che quel momento arrivi e quando arriverà potremo essere felici, insieme, come luce ed ombra”.

Fine
                                                                                            Cetty
 
 
 

 
 

Torna a Fanart & Fanfics